Sanità, a Siena la censura non ferma l’assemblea

Diffondo volentieri il comunicato stampa degli organizzatori dell’assemblea pubblica di questa sera. Trovo quantomeno deplorevole il comportamento della Pubblica Assistenza!

La Pubblica Assistenza decide di negare la sala agli organizzatori dell’iniziativa sul referendum sulla sanità Toscana.

Il dibattito sulla sanità è confermato e si terrà lunedì 7 settembre alle ore 21.00 a Palazzo Patrizi.

Siamo un gruppo di cittadini che ha chiesto alla Pubblica Assistenza di Siena l’affitto della sala di viale Mazzini per organizzare un dibattito pubblico sulla legge di riordino della sanità pubblica in Toscana.

volantino assemblea 7 settembre Sala Patrizi

In un primo momento la sala ci è stata concessa a patto che nella comunicazione non comparissero simboli di partito. Successivamente, però, quando è comparso sul web l’invito al dibattito, la Pubblica Assistenza ci ha negato l’affitto della sala perché si tratterebbe di un’iniziativa “politica”. Eppure sui volantini e sugli inviti da noi diramati non è presente alcun simbolo di partito né alcun riferimento ad essi. Anche perché è nell’intenzione degli stessi organizzatori dell’iniziativa mantenere una certa equidistanza dai partiti.

La Pubblica Assistenza adduce quale motivazione il suo statuto “apolitico”.

Siamo di fronte ad un caso di censura.

Evidentemente l’argomento specifico – la possibilità di creare anche a Siena un comitato promotore per un referendum abrogativo sulla legge di riordino della sanità pubblica in Toscana – non piace.

Ci chiediamo quali siano a Siena gli spazi per la cittadinanza per occuparsi della “cosa pubblica” fuori dai circoli della politica dei partiti. Non è la prima volta che ci troviamo davanti a simili ostacoli.

In realtà, in questa città non mancano gli spazi per organizzare iniziative politiche, manca l’apertura.

Noi pensiamo che ogni occasione di confronto e dibattito pubblico su temi che riguardano da vicino la vita delle persone – e la sanità pubblica è uno di questi – può essere un momento di crescita per tutti, che si sia d’accordo o meno nel merito.

Noi andiamo avanti e non rinunciamo a riunirci per discutere. Ci vediamo lunedì 7 settembre alle ore 21.00 a Palazzo Patrizi.

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Partecipazione, per piacere

Ricevo e pubblico:

Mai come oggi Siena, città defraudata e smarrita, ha bisogno della presenza attiva, della partecipazione alla politica di tutti i cittadini e le cittadine per trovare una via d’uscita da questa crisi morale e materiale.

Quando diciamo partecipazione intendiamo la possibilità concreta di incanalare idee, energie, proposte, analisi, competenze, studi, visioni e fantasie di tutti i cittadini, singoli e associati, per affiancare, controllare, indirizzare, innovare la qualità della politica pubblica. Di fronte alla crisi dei partiti, ai loro metodi democratici incerti, svuotati di credibilità, l’affacciarsi dei cittadini alle stanze del potere non mina la legittimità dei rappresentanti eletti, semmai li affianca e sostiene, come si fa con un convalescente dopo un brutto incidente. Da qualche parte bisogna pur ricominciare.

Come ha scritto Tocqueville, nelle realtà più piccole la costruzione della democrazia è più possibile che altrove. Lo prevede il legislatore (Testo unico sugli enti locali), una legge della regione Toscana, lo prescrivono convenzioni internazionali e il trattato di Lisbona. Si tratta dunque di sdoganare gli istituti di partecipazione introducendoli negli statuti comunali oppure di applicarli là dove sono stati già previsti. Si tratta di discuterne (secondo l’Anci il 70% degli elettori italiani nemmeno sa che ogni comune ha un suo statuto). E di non averne paura.

La tecnologia può aiutare, ma è uno strumento come tanti. La molla della partecipazione scatta con il senso di responsabilità che fa riscoprire a cittadini diffidenti il piacere del confronto, della discussione, affina l’abilità di gestire il conflitto, verso l’approdo a soluzioni condivise. Tutte pratiche di cui possiamo e dobbiamo riappropriarci se vengono creati spazi e luoghi adeguati.

Per una città come Siena chiediamo che le consulte territoriali, istituite come parlamentini-replica del consiglio comunale, controllate dalle logiche (e dagli imbuti) dei partiti, diventino invece luoghi di discussione ed elaborazione politica ai quali ci si iscrive liberamente, come singoli cittadini o associati, a partire dai 16 anni. (art. 8 Testo unico enti locali: “i comuni…. valorizzano le forme associative e promuovono organismi di partecipazione popolare all’amministrazione locale).

Queste consulte, preferibilmente tematiche, si esprimeranno in modo democratico attraverso un regolamento, in un dialogo serrato con la giunta, il consiglio comunale, le commissioni consiliari, per riavviare quell’osmosi tra politica e cittadinanza che si è interrotta. Le consulte esprimeranno pareri, proposte, idee, indirizzi agli assessori competenti. Il Palazzo deciderà, ma almeno dovrà argomentare una volta di più e meglio le sue decisioni.

Altri strumenti di partecipazione e democrazia diretta da inserire nello Statuto del comune di Siena sono il referendum propositivo, oltre quello consultivo (già previsto); la possibilità di aprire sessioni di bilancio partecipato per alcuni capitoli di spesa; e la facoltà di nominare in consiglio comunale la figura del consigliere aggiunto straniero (eletto da un consiglio di immigrati), con diritto di parola e iniziativa (non di voto).

Se crediamo nella trasformazione della politica, occorre anche immaginare modelli nuovi e avere il coraggio di sperimentarli. Le analisi sulle forme di partecipazione già consolidate non mettono in evidenza particolari controindicazioni: se da una parte i processi decisionali risultano maggiormente legittimati, dall’altra la cittadinanza attiva riscopre il gusto della formazione e che occuparsi della cosa pubblica può essere un piacere.

Daniela Passeri
Alba (Alleanza Lavoro Beni comuni Ambiente)
candidata in "Sinistra per Siena"

Link originale dell’articolo: http://albasiena.blogspot.com/2013/04/partecipazione-per-piacere.html

Comitato Cittadino sui referendum per il Lavoro

È  stato costituito a Siena il Comitato Cittadino per la raccolta firme sui quesiti riguardanti il mondo del Lavoro www.referendumlavoro.it.

Domani 10 novembre presso la “Madonna delle Nevi” (di fronte al consorzio agrario) sarà presente un gazebo per la raccolta delle sottoscrizioni e la distribuzione di materiale informativo.

La raccolta firme  riguarda il ripristino dell’art. 18 – norma contro i licenziamenti discriminatori- e l’art. 8 – per la tutela del valore precipuo del contratto collettivo nazionale.

Alle ore 11 una conferenza stampa spiegherà i motivi delle adesione al comitato.

I soggetti aderenti al Comitato sono: Partito della Rifondazione Comunista – Partito dell’Italia dei Valori – Sinistra per Siena – Circolo città domani – Partito dei CARC – ALBA – Sindacato Cobas – Movimento senese per l’acqua pubblica – Link-sindacato studentesco e Das-collettivo universitario

Comunicato Stampa del Comitato Referendario

Venerdì 12 ottobre alle ore 10.30 nella Sala dell’Aurora del Palazzo del Governo – Provincia di Siena – Piazza Duomo 6, si svolgerà una Conferenza Stampa indetta dal Comitato promotore provinciale per annunciare l’avvio, anche nella Provincia di Siena, della campagna per i referendum indetti sui due seguenti temi:

a) referendum abrogativo dell’art. 8 L.138/2011. L’articolo 8 della Finanziaria Berlusconi dello scorso agosto 2011 consente ai contratti aziendali (o territoriali) di derogare non solo ai contratti collettivi nazionali, ma a tutte le norme che regolano il lavoro;

b) referendum per il ripristino dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori (L300\70).

All’iniziativa parteciperanno i componenti del Comitato Referendario i quali annunceranno anche le iniziative che si andranno a svolgere durante la campagna referendaria.

Cordiali saluti
Il Comitato Referendario

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Perché astenersi a questo referendum….

Alcuni motivi per cui domani non ritirerò le prime 2 schede del referendum (gli altri potete leggerli su MicroMega):

12. Il referendum proposto non corregge nessuno dei difetti del “porcellum” ma, al contrario, li aggrava, esaltandone le conseguenze negative.

16. La nuova disciplina elettorale sancirebbe il principio che il potere di governo spetta ad una minoranza e deve essere consegnato nelle mani di un solo partito, a prescindere dal livello del consenso popolare ricevuto.

21. Attraverso questo spropositato premio di maggioranza resta pregiudicato il principio costituzionale che il voto è uguale per tutti. Non tutti i cittadini saranno uguali nel voto perché il voto di taluni varrà il doppio rispetto al voto degli altri, tanto da consentire a una minoranza di diventare ex lege maggioranza e di fondare il governo non più sul consenso della maggioranza, ma su quello di una minoranza del corpo elettorale.

34. Il sistema elettorale prefigurato dal referendum non esiste in nessun ordinamento di democrazia occidentale ma non rappresenta una novità assoluta nel nostro paese. Esso infatti si ispira alla legge “Acerbo” voluta da Mussolini, ed è stato già sperimentato nella storia d’Italia con le elezioni del 1924 che, schiacciando l’opposizione e le minoranze, aprirono la strada alla dittatura fascista.

35. Tuttavia la legge Acerbo era più democratica della disciplina che viene fuori dal referendum. Essa, infatti prevedeva che per accedere al premio di maggioranza, la lista più votata dovesse comunque superare la soglia del 25% dei voti e non imponeva soglie di sbarramento.

44. Questa volta la chiamata degli elettori alle urne per il referendum nasconde un inganno: essa sfrutta l’insoddisfazione generale che tutti noi nutriamo verso questa legge elettorale (il porcellum) per spingerci ad un voto che, qualunque sia il risultato, non può avere altro effetto che quello di rafforzare il porcellum.

da MicroMega

A distanza

La Repubblica ci segnala che Berlusconi ha riferito ai suoi che “comunque vada [il voto in finanziaria] io andrò avanti per la mia strada”. Benissimo. Se ci dice anche qual’è la strada… facciamo in modo di tenercene a distanza!!

Ah, una segnalazione per tutti quelli che andranno ai gazebo della biscia, ops del biscione, per firmare “per mandare a casa il governo Prodi”… leggete la Costituzione! Vedrete che è solo una buffonata! La raccolta firme viene fatta per i referendum, per le leggi di iniziativa popolare, mica per far cadere un governo. La nostra Costituzione prevede che il Governo debba rendere conto in Parlamento, finché questo non gli nega la fiducia…

Preso per quello che in realtà è, un buffone, io c’andrei anche ai suoi spettacoli, perché ha delle trovate veramente esilaranti (questa delle firme per mandare a casa un governo, ad esempio), il problema è quando vuole farsi passare da politico e salvatore della patria. E ancora più preocupante è il fatto che la gente creda a quello che dice…