Causa ed effetto

Agibilità politica richiesta -> Agibilità politica ottenuta

È innegabile che Berlusconi abbia chiesto a tutti (anche e soprattutto a Napolitano e a Renzi) che gli venisse concessa la famosa agibilità politica.
È innegabile che quell’agibilità politica gli sia stata garantita e concessa.

Cosa ci sta lì in mezzo? C’è stato un accordo tra Berlusconi, Napolitano e Renzi per assicurare l’appoggio da parte di Berlusconi alle riforme e dare più forza a Forza Italia in vista delle elezioni?

Ovviamente io non lo so, però è evidente che ci siano alcuni “effetti” dell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza: le riforme costituzionali proposte da Renzi avevano trovato lo scoglio di Berlusconi nei giorni scorsi; i sondaggisti concordano tutti nel verificare un certo crollo di Forza Italia. La caduta del partito di B. ovviamente rompe le uova nel paniere anche a Renzi perché il ballottaggio previsto dall’Italicum ha senso solo se al secondo turno arrivano PD e destra (FI o NCD non fa molta differenza), ma se ci arriva M5S che succede? I voti di destra a quel punto potrebbero essere raccolti da Grillo? Invece un Berlusconi in piena libertà può risollevare le sorti elettorali della destra e quindi garantire “stabilità” al sistema di potere PD-destra.

Ognuno si può fare le proprie opinioni di cosa ci sia in mezzo tra la richiesta di agibilità politica e l’ottenimento della stessa, ma certo tocca dar ragione a D’Alema: un poveraccio finisce in galera per molto meno.

È una cosa ridicola, avrebbero fatto migliore figura se gli avessero condonato tutta la pena.

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Il disastro dell’Italia

La frase che più di tutte dà il segno di questo momento di delirio, secondo me è questa scritta da Danilo Leva, responsabile Giustizia del Partito democratico, relativamente all’attacco contro Napolitano da parte del condannato per frode fiscale Berlusconi:

«Rivolgo la nostra solidarietà e stima al Capo dello Stato per le parole calunniose e inaccettabili su di lui pronunciate da Silvio Berlusconi. Ritengo sia stato passato il segno. Berlusconi ha evidentemente perso il controllo di se stesso»

Cioè, secondo Leva il segno non è stato passato 20 anni fa quando un imprenditore è entrato in politica violando palesemente un conflitto di interessi enorme, né quando da capo di governo si è fatto decine di leggi per difendere se stesso e le sue aziende e neanche quando ha comprato senatori per far cadere il governo Prodi.

Ma no, già, fino a pochi giorni fa era un grande statista alleato al PD che si preoccupava della stabilità italiana. Ma oggi, eh sì, oggi è eversivo. Ma domani? Eh, domani è un altro giorno e magari tornerà ad essere un grande statista se conferma la fiducia a Letta. Chissà.

Il disastro dell’Italia nasce qui, da gente che fa finta di non vedere la pericolosità di questo evasore e lo ha sempre aiutato a risollevarsi anche nei momenti per lui più difficili.

Il disastro dell’Italia è in una classe dirigente che pensa solo ai propri affari in maniera, tra l’altro, anche palese.

Caro Leva, il tuo amico evasore non ha perso il controllo, è sempre stato così, e non ha passato il segno più di sempre. Semplicemente sa che questa volta rischia davvero grosso e se voi del PD non lo aiuterete lo vedremo finalmente finire dove merita.

No alla parata militare del 2 giugno

Una parata militare a che cosa serve? In un paese che “ripudia la guerra […] come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Art.11). Forse serve a far sentire un signorotto anziano come i monarchi di tanti anni fa, farlo sentire capo di una potenza militare da temere. Ma non siamo più nel ‘900 e l’Italia ha dimostrate tante volte la sua inadeguatezza militare.

Serve forse a distribuire soldi ai tanti militari chiamati a lustrare le proprie divise? O forse a darne un po’ agli “amici”!? Ma il Ministro Giarda non doveva tagliare le spese inutili? La sua spending review potrebbe trovare terreno fertile in questo ambito!

Ma certamente non serve alla popolazione! E allora, per una volta, non sarebbe il caso di dare un segno, di mandare un pensiero a chi è in difficoltà? E non basta dire che quest’anno le celebrazioni saranno sobrie! Bisogna dire che quest’anno e per i prossimi anni, non saranno sprecati neanche pochi centesimi soprattutto in indegne mascherate!

8 settembre 2010 – Segnalazioni

La Feltri&Minzolini Fabbrica Notizia S.r.l.


“Sappiamo bene che il presidente della Repubblica – osserva Ignazio La Russa a notte fonda – non ha poteri per sfiduciare il presidente della Camera. Non di meno, Berlusconi e Bossi andranno a rappresentargli una situazione gravissima che pone problemi al funzionamento delle istituzioni”.[Fonte La Repubblica]

Napolitano non ha alcun potere di sfiduciare il presidente Fini, meno male che questa cosa la sanno, ma tanto per fare casino, vanno comunque a parlare col Presidente. Tutto soltanto per far rumore. Poi magari, come nel caso della bocciatura da parte della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, daranno la colpa a Napolitano che non ha fatto pressioni su Fini perché lasciasse la sua carica.

Dare a bere questa ulteriore cazzata all’opinione pubblica sarà facilissimo per la Feltri&Minzolini Fabbrica Notizia S.r.l.

IL PDL e la legge

Quelli del PDL sono ormai così avvezzi a non rispettare le leggi che poi combinano dei casini inauditi. Nel Lazio a questo giro, tanto han fatto che si sono incartati e la lista del PDL è stata esclusa dalla tornata elettorale, ovviamente troveranno il modo di farla rientrare dalla finestra, ma le affermazioni dei vari esponenti politici mi sembrano veramente delle baggianate.

Il Presidente Napolitano dice che «La preoccupazione di una piena rappresentanza, nella competizione elettorale regionale in Lazio come dovunque, delle forze politiche che intendono concorrervi, non può che essere compresa e condivisa dal Presidente della Repubblica». Ok, d’accordo, ma con tutto il rispetto non sono affatto d’accordo. C’è una legge dello Stato che definisce le regole per la composizione delle liste elettorali, dove andiamo a finire se cominciamo a non rispettare le leggi neanche per le elezioni? Che dovrebbero essere il primo atto democratico. E poi chi mi dice che ha più diritto una lista che non è capace di organizzarsi per presentare in tempo la propria candidatura rispetto ad un’altra che non riesce a raccogliere il giusto numero di firme? Allora chiunque vuole presentare una lista deve poterlo fare, è questa la rappresentazione democratica.

Alemanno invece scrive nella sua lettera diretta al Presidente Napolitano: «Poichè il Popolo della Libertà è il partito che riscuote più consensi a Roma e nel Lazio, la sua esclusione determinerebbe l’impossibilità per un numero elevatissimo di cittadini della Capitale di esprimere compiutamente la propria scelta elettorale. L’esclusione di quarantuno candidati, rappresentativi di un partito in grado di raccogliere almeno il quaranta per cento dell’elettorato, rischia di generare un vertiginoso aumento dell’astensionismo e una distorsione irrimediabile della composizione del Consiglio regionale del Lazio». E ancora, secondo il Sindaco di Roma la Regione Lazio «è una istituzione democratica troppo importante per essere guidata da un presidente, chiunque esso sia, eletto senza la piena partecipazione di tutti i cittadini. Anche il Consiglio di Stato, che è il massimo organo giudicante in materia, ha stabilito in più occasioni che il diritto costituzionalmente garantito di poter esprimere liberamente il proprio voto, debba prevalere su ogni eventuale problematica formale o burocratica». «Non con spirito di parte, ma come sindaco della città di Roma – è in fine l’appello di Alemanno – La prego pertanto di intervenire con l’autorità morale che deriva dal Suo alto incarico per evitare questo grave danno per la nostra vita democratica». Dalle parole del primo cittadino romano si capisce che il PDL è più uguale degli altri partiti, che siccome raccoglie oltre il 40% (andrà visto dopo le elezioni, casomai) dev’essere automaticamente presente alla tornata elettorale. Secondo me, invece, siccome è uno dei maggiori partiti italiani ha ancora maggiori responsabilità di rispetto dell’ordinamento democratico e delle leggi dello Stato, se sono così ebeti da non saper rispettare una scadenza, mi dispiace tanto per i loro onorevoli culi che non potranno sedersi sugli agognati scranni.

Infine una piccola riflessione… ma siete proprio sicuri di voler affidare una regione ad un gruppo di gente che non sa neanche organizzarsi in modo che ci sia una persona che entro una certa data vada a firmare due fogli? Figuratevi una volta eletti, cosa saranno in grado di fare questi…

[fonte]

Altre letture:

Il partito del fare come gli pare

Il popolo che dice basta

Dall’articolo di Antonio Padellaro

Presidente Napolitano. Presidente Fini. “Adesso basta” è il titolo che abbiamo stampato ieri sulla prima pagina del Fatto Quotidiano. Adesso basta è scritto sulle migliaia di messaggi che giungono al nostro giornale. Tutti indistintamente chiedono di mettere la parola fine allo scandalo che da quindici anni sta sfibrando l’Italia: la produzione incessante di leggi personali per garantire a Silvio Berlusconi la totale immunità e impunità in spregio alla più elementare idea di giustizia.

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