Cominciamo bene la giornata…

Intanto cominciamo la giornata con una buona notizia: Mastella rinuncia a candidarsi! Nel prossimo Parlamento non ci sarà il ceppalonico! Certo ce ne son comunque altri, magari di altri paesi, ma pur sempre ladroni. Ma almeno questo la poltroncina parlamentare per un po’ se la sogna la notte!

Poi una segnalazione: una canzone esclusa da Sanremo 2008 e un dialogo tra un imprenditore e un operaio…

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Dal Manifesto del 20 gennaio

Una preghiera anche per zio Clemente

di Alessandro Robecchi

Questa settimana, a un’ora precisa e concordata, milioni di italiani dovranno fermarsi di botto, volgersi verso Ceppaloni e recitare una breve ma intensa preghiera di solidarietà a Clemente Mastella. Se no cade il governo. Naturalmente io non avrò alcun dubbio: mi volgerò verso Ceppaloni e reciterò il mio atto di dolore, dedicato a chi ci ricorda che cos’è il potere politico in Italia: il consuocero, lo zio, la presidenza del consorzio, il ginecologo in quota Udeur, l’acqua potabile che vale tre stipendi, la gara d’appalto, la consulenza. Una volta si diceva: malcostume, e come negarlo. Ma una volta era anche redistribuzione del reddito, ammortizzatore sociale. Quando zio Remo Gaspari faceva assumere in Abruzzo più postini che in tutta l’Australia consolidava poteri e clientele, ma assumeva invece di licenziare. E la Dc, in qualche modo, ebbe a rivendicare questo suo welfare delle clientele (senza mai rivendicarne il debito pubblico, naturalmente). C’è da pensare che, almeno a Ceppaloni e dintorni, Mastella sia una specie di stato sociale, quello che intanto si dissolve ed evapora nel resto del paese. La processione dei questuanti nel salotto dei coniugi Mastella, più volte immortalata dalle tivù tra sorrisi, piatti tipici, ringraziamenti e saluti in dialetto, sarà anche colorita e strapaese, ma è più efficiente di un ufficio di collocamento o della lugubre agenzia di lavoro interinale. Libero mercato, efficienza e produttività, flessibilità profitto, tutto bello e luccicante, ne parlano bene tutti. Ma poi, avercelo un Mastella che ti piazza il figlio al consorzio agrario, che ti fa asfaltare due strade! Ascoltato come un oracolo, l’imprenditore Arturo Artom dava qualche mese fa al Corriere la sua ricetta per l’Italia: “Deve diventare come la Apple. Design più tecnologia per puntare alle grandi nicchie”. Bella immagine. Design, tecnologia, grandi nicchie. La marcia è ancora lunga, si direbbe, se funziona ancora meglio una parolina di zio Clemente.

[da il Manifesto | il blog di Alessandro Robecchi]

“Quarant’anni” dei Modena City Ramblers

Ho quarant’anni e qualche acciacco troppe guerre sulle spalle,
troppo schifo per poter dimenticare.
Ho vissuto il terrorismo, stragi rosse stragi nere,
aereoplani esplosi in volo e le bombe sopra i treni.Ho visto gladiatori sorridere in diretta,
i pestaggi dei nazisti della nuova destra.
Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze
e anarchici distratti cadere gi dalle finestre.

Ma ho un armadio pieno d’oro, di tangenti e di mazzette,
di armi e munizioni, di scheletri e di schifezze.
Ho una casa piena d’odio, di correnti e di fazioni,
di politici corrotti, i miei amici son
pancioni e puttanieri, faccendieri e tragattini,
sono gobbi e son mafiosi, massoni piduisti e celerini.

Ho quarant’anni spesi male fra tangenti e corruzioni,
ho comprato ministri, faccendieri e giornalisti,
ho venduto il mio di dietro ad un amico americano
e adesso cerco un’anima anche di seconda mano.

Ma ho un armadio pieno d’oro, di tangenti e di mazzette,
di armi e munizioni, di scheletri e di schifezze.
Ho una casa piena d’odio, di correnti e di fazioni,
di politici corrotti, i miei amici son
pancioni e puttanieri, faccendieri e tragattini,
sono gobbi e son mafiosi, massoni piduisti e celerini.

Ho quarant’anni ed un passato non proprio edificante,
ho massacrato Borsellino e tutti gli altri,
ho protetto trafficanti e figli di puttana
e ho comprato voti a colpi di lupara.

Ma ho scoperto l’altro giorno, guardandomi allo specchio,
di essere ridotta ad uno straccio,
questo male irreversibile mi ha tutta divorata
è un male da garofano e da scudo crociato.

Ma ho un armadio pieno d’oro, di tangenti e di mazzette,
di armi e munizioni, di scheletri e di schifezze.
Ho una casa piena d’odio, di correnti e di fazioni,
di politici corrotti, i miei amici son
pancioni e puttanieri, faccendieri e tragattini,
sono gobbi e son mafiosi, massoni piduisti e celerini.

Una canzone di circa 15 anni fa, ancora, purtroppo, perfettamente attuale. Con gli scudocrociati ancora perfettamente a loro agio nelle poltrone del potere anche dopo sentenze di condanna. Beh, certo, Cuffaro non ha favorito la mafia, ha solo favorito qualche uomo d’onore.. e allora? Scusate l’ignoranza, ma qual’è la differenza? E’ una condanna a 5 anni? Via dalla poltrona e che non ci torni più, a meno che in qualche appello venga provata la sua innocenza. Mastella e tutta la sua famiglia (d’onore?)! La moglie, dai suoi arresti domiciliari (poverina, deve rimanere chiusa in villa, con piscina e qualsiasi altro confort!) continua a presiedere il consiglio regionale della Campania, che già stanno in un’ottima situazione…
Chi decide di vivere una vita pubblica, e il politico vive una vita pubblica, deve poi accettare di vivere sotto gli occhi di tutti. La sua vita è oggetto di controlli, perché non ci devono essere sospetti. Non ci possono essere sospetti di un uso della Res Publica per fini personali.

Segnalazione di un post di Marco Travaglio

Praticamente tutti i post di questo blog, meriterebbero una segnalazione. Per il momento mi limito a segnalarvi l’intervento di Marco Travaglio sulla nota vicenda del Ministro (!!) della Giustizia (!!!) Mastella.

Dal Manifesto del 7 ottobre

Buoni, non toccate il governo amico
Alessandro Robecchi

Un unico, vero, inoppugnabile argomento viene in questi giorni sbandierato da più parti: chi critica il governo si rende conto che rischia di far tornare Berlusconi? Lo ha detto pure Mastella, quindi dev’essere vero, e del resto è un classico: non lo sentiamo ripetere a ogni passo? Dunque, pensiamoci, prima di avanzare troppe critiche all’esecutivo, pensiamoci prima di fare marce e cortei di protesta. E se poi torna Berlusconi e cancella i Dico che questo governo ha realizzato con tanta prontezza? Non sarebbe una iattura per le tante coppie di fatto che grazie al governo di centro-sinistra hanno conquistato un nuovo e prezioso diritto civile? Certo, è giusto chiedere molto a un governo amico. Ma non bisogna esagerare con le pressioni. E se torna Silvio? Lo scenario è inquietante: metti che torna il Cavaliere e ripristina la legge Biagi-Maroni che questo governo ha così coraggiosamente superato a rischio di far arrabbiare Montezemolo. Non sarebbe triste che per la nostra ottusa radicalità tornassero al governo le destre, magari (parlo per assurdo) proponendo un pacchetto sul welfare gradito a Confindustria? Ammetterete che lo scenario è orribile. Con Berlusconi tornerebbe massicciamente nelle vite di giovani e meno giovani quella precarietà che questo governo ha definitivamente debellato. Per non dire di quel che succederebbe se, per una nostra miope impostazione ideologica, tornasse Berlusconi e abbassasse di nuovo la tassazione sulle rendite finanziarie che questo governo ha così coraggiosamente alzato – come da programma – penalizzando la rendita che non crea lavoro, ma soltanto speculazione e privilegio. Per cui vi prego, compagni, mostratevi un po’ più disponibili, fate qualche sforzo. Non vorrete per caso far tornare Silvio e mettere in discussione tutte le mirabili conquiste sociali che abbiamo ottenuto in questo entusiasmante anno e mezzo!

[Da Il Manifesto]